Storia del Tarallo Pugliese

Abbinamento del Tarallo
15 December 2020
Eccellenze Meridionali sceglie Puglialimentari
15 December 2020
Abbinamento del Tarallo
15 December 2020
Eccellenze Meridionali sceglie Puglialimentari
15 December 2020

Da dove nasca la parola tarallo, non si sa con certezza, per cui si sprecano le ipotesi: c’è chi dice dal latino “torrère” (abbrustolire), e chi  dal francese “toral” (essiccatoio). Facendo riferimento alla sua forma rotondeggiante, qualcuno pensa che tarallo derivi invece  dall’italico “tar” (avvolgere)La  tesi più attendibile vuole peraltro che  tarallo discenda dall’etimo greco “daratos”,  “sorta di pane”. L’origine della ricetta dei taralli viene fatta risalire solitamente al 1400, ai periodi in cui la carestia imperversava in regione. La leggenda narra che il primo tarallo fu impastato da una madre che, non avendo nulla con cui sfamare i propri figli, provò a lavorare quel che aveva nella sua dispensa: farina, olio extravergine di oliva, sale, vino bianco, una serie di prodotti che nelle dispense pugliesi non sono mai venuti a mancare. Creò un impasto che venne appiattito in due striscioline sottili, dando loro l’aspetto di un anello che, dopo essere stato lasciato lievitare, venne cotto in forno. Il risultato fu sorprendente, dettando l’inizio di una tradizione che dura tutt’ora.Vi furono piccoli perfezionamenti, col tempo: il tarallo oltre essere cotto al forno, per donargli quel retrogusto affumicato caratteristico, venne anche bollito, così da lessarlo e renderlo più croccante e particolare; furono inoltre aggiunte spezie per insaporirlo, come i classici semi di finocchio o le olive tritate.Figlio della creatività popolare, il tarallo segnò positivamente il territorio pugliese e cambiò la produzione dei fornai di tutta la regione così come le tavole dei più poveri: realizzato con ingredienti d’emergenza facilmente reperibili, prodotto in massa, venduto a tutti a prezzo bassissimo.      L’abbinamento con la birra ha portato il tarallo dentro le nostre case: lo si impiega sempre più spesso come “spuntino”. Per assecondare (e promuovere) questa  nuova tendenza, le aziende alimentari hanno messo sul mercato il tarallo di taglia piccola, dunque meno calorico, e  più facile da commercializzare.  Il  tarallino  pugliese si è diffuso in Italia (e all’estero) prima di quello napoletano.Già all’aspetto, appare molto diverso dal suo cugino napoletano: più piccolo,  liscio, di calibro minore, è fatto con l’olio d’oliva.I tarallini pugliesi sono sempre stati piccoli come adesso. Le sue  dimensioni ridotte, associate ad un basso potere calorico, li hanno resi adattissimi come aperitivo. E come  accompagnamento agli aperitivi. Va ricordato che  – per ironia della sorte – l’Italia, che fino a non moltissimi anni fa faceva la fame, è attualmente  leader mondiale nel …. consumo degli aperitivi. Questo tipo di bevanda viene abbinata comunemente agli snacks: salatini,  arachidi, e – appunto – tarallini pugliesi. Piccoli, leggeri, e dunque adattissimi allo scopo.   Caratteristica è l’espressione “tarallucci e vino”, nome della nostra speciale valigetta composta da I nostri Tarallini Tradizionali ed una bottiglia di Primitivo, che sta ad indicare una questione che finisce pacificamente ed in semplicità, proprio come semplice è l’abbinamento classico del tarallo pugliese, sposo perfetto del Primitivo di Manduria per l’appunto, del Nero di Troia o del Negramaro.  Grazie alla sua duttilità e al suo gusto unico ormai è possibile trovare taralli di ogni sapore, noi proponiamo circa una 20ina di gusti tra cui:  tradizionale, pizza , cipolla, olive,  sesamo, peperoncino, pepe, bacon ed anche glassato nella sua versione dolce. Il solo limite, a tavola, è la fantasia, ma questo non è un problema in Puglia dove la creatività non ci manca, soprattutto a livello gastronomico.